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Nel pianoro che precede la “salitona al passo”, nel medioevo esisteva un forte militare che fungeva sia da “casello” per le carovane, sia da ricovero per i viandanti. . Prima del 1367 strada e fortino appartenevano agli Challant, che “lo tenevano molto bene”: dopo passò ai Savoia, che avevano comprato tutta la Valtournenche in cambio del feudo di Chatel Saint Denis nel cantone di Friburgo: i nuovi arrivati, in nome di una riorganizzazione militare e commerciale della rete viaria lungo tutto il crinale verso il Vallese, trascurarono questa direttrice ritenendola a tutti i fini “secondaria”. . Praticamente, rimasero solo “quelli del primo vino” a percorrerla regolarmente, quindi, piano piano, cadde in disuso. . La mazzata finale fu, ovviamente, la PEG: nei primi anni del ‘600, ma, soprattutto, a metà ‘800, entrambi i versanti del Col de Chevacour vennero invasi dai nuovi ghiacciai, che spazzarono via il tratto centrale dell’antica via del vino, senza più restituirlo (Greta schiatta). Al giorno d’oggi, il versante sud è libero da ghiacciai, ma rimane innevato mediamente fino a luglio inoltrato: il versante nord, come si vede dalle mappe sopra, è tuttora invaso dall’omonimo ghiacciaio. . L’ultima notizia ufficiale del forte/ospizio risale alla prima metà ‘700, quando una temporanea ritirata dei ghiacciai (cfr Arnod) permise ancora qualche attraversamento. . Potrebbe essere corretta una “intuizione” del canonico Frutaz che ipotizza che nel 1780 le pietre cadute dal rudere siano state utilizzate per costruire un insieme di malghe che, per quel motivo, sono tuttora note come “frazione Chateau”.
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